Bio
Amerigo Tot — Imre Tóth (1909–1984)
1909
Nasce il 27 settembre 1909 a Fehérvárcsurgó, vicino al Castello dei Conti di Károlyi, in un vigneto. Secondo la leggenda, fu immerso nel succo d'uva alla nascita. Sua madre, Zsófia Naszályi, venne a Csurgó dal villaggio di Naszály della regione di Komárom, e nelle sue vene scorreva certamente sangue italiano, dato che tra i suoi antenati c'era un certo Nasali che si stabilì in Ungheria durante la ricostruzione del castello di Buda. All’epoca suo padre, Imre Tóth, era un carrettiere che trasportava la sabbia della collina dei Tartari, alla periferia di Csurgó, nelle città vicine.
1919
Vive nel suo villaggio natale fino all'età di dieci anni. Poi entra nella Scuola dei Cistercensi a Székesfehérvár. Una lettera di raccomandazione gli viene scritta dal conte József Károlyi. Il noto poeta ungherese Mihály Vörösmarty vi trascorse lì i suoi anni da studente.
1920
Poco dopo la prima guerra mondiale, nel 1920, la famiglia si trasferì a Budapest, più precisamente nel distretto di Sashalom, in via Wesselényi 14. Durante la guerra, suo padre, che prima aveva servito come ufficiale di cavalleria, si unisce alle forze come poliziotto a cavallo nella capitale. Imre Tóth continua a studiare alla scuola calvinista in via Lónyai a Budapest.
1926
Termina gli studi secondari senza il diploma di maturità. Nello stesso anno viene ammesso alla Scuola Reale Ungherese di Arti Applicate (oggi sede del Museo di Arti Applicate). I suoi insegnanti sono Ferenc Helbing, György Leszkovszky e Károly Weichinger. Durante gli anni dell'università, fa conoscenza con Sándor Bortnyik. Partecipa al lavoro creativo della serie di manifesti per sigarette Modiano. Oltre a studiare, lavora nella fabbrica PIATNIK. (Piatnik Ungheria aveva all'epoca la più grande fabbrica di carte in via Rottenbiller. Tra le due guerre mondiali producevano cartoncini e scatole colorate). Più tardi usa queste abilità di riproduzione a Roma come zincografo presso la tipografia Il Messagero. Mentre è a Budapest, si unisce al circolo di lavoro di sinistra di Lajos Kassák.
1930
Lui e i compagni attaccano i manifestanti turchi fuori dal Teatro Nazionale. A causa dell'intervento della polizia la rivolta finisce in prigione. Rilasciato dopo tre mesi, riceve una notifica a casa: è stato ammesso al Bauhaus di Dessau per sei mesi dall'autunno del 1930. Con un po' di fortuna, riesce a ottenere un passaporto e si mette in viaggio percorrendo la strada a piedi.
1931
È l'ultimo anno del Bauhaus a Dessau. Molti dei vecchi maestri se ne sono già andati, tuttavia riesce ad acquisire le basi da professori famosi come Lyonel Feininger, Josef Albers, Vasily Kandinsky, Paul Klee, Joost Schmidt, Gunta Stölzl, Alfred Arndt, Walter Peterhans e László Moholy-Nagy.
1932
La scuola cerca di sopravvivere a Steglitz, uno dei sobborghi di Berlino. Imre Tóth lascia la scuola nell'ottobre dello stesso anno e diventa marinaio. Schwinemünde, Kronstadt, Helsinki, Isole Åland, Stoccolma. Solo alcuni dei luoghi dove Imre Tóth è sbarcato.
1933
All'inizio dell'anno, i nazisti mettono al bando il Bauhaus. Imre Tóth torna a Berlino e Otto Dix accoglie lui e i suoi amici (György Kepes, Hans Hofmann, Helmut Klose) nella sua scuola di Dresda. Inaugura la sua prima mostra alla galleria Brücke di Dresda.
Il 10 febbraio gli studenti vengono arrestati e internati a Zwickau dai nazisti. Riesce a fuggire in Italia con un poeta polacco e un amico tedesco Leo Meter (1911–1944), attraverso la Cecoslovacchia e l'Austria.
A Venezia, incontra Ferenc Luttor, direttore del Collegio Cattolico Romano, che più tardi lo aiuterà ad ottenere la residenza del Collegium Hungaricum di Roma.
A Padova, nella chiesa di Sant'Antonio, rimane affascinato dal rilievo sulla predella attribuito a Donatello e ai suoi allievi. L'opera dell'artista del primo Rinascimento gli apre gli occhi sulla bellezza della plasticità.
Toth arriva a Roma a piedi il 4 giugno 1933 (la straordinaria storia del suo arrivo è riportata da Antal Szerb nel suo romanzo Viaggio al chiaro di luna pubblicato nel 1937).
Cerca di guadagnarsi da vivere disegnando ritratti di persone in ristoranti e colorando giornali per mesi a Roma. Passa le notti in un rifugio per senzatetto (in via dei Pettineti).
Riceve il suo primo stipendio nella Città Eterna dipingendo le persiane dell'Hotel Minerva accanto al Pantheon.
Studia per un breve periodo all'Accademia di Belle Arti di Roma nella classe magistrale di Angelo Zanelli a partire dall'autunno di questo stesso anno. Lì realizza le sue prime sculture.
1934
In primavera la sua scuola annuncia una borsa di scambio studentesco: gli studenti italiani possono recarsi in Ungheria e gli ungheresi possono recarsi in Italia. Grazie a questa borsa di studio e all'intervento di Ferenc Luttor, Imre Tóth resterá al Collegium Hungaricum fino al 1936. Qui incontra fra gli altri anche László Mészáros, Jenő Grantner, Antal Szerb e Károly Kerényi.
1936
Si trasferisce in via Vittoria in un piccolo studio. Intaglia sul legno le statue delle tre vedove, lavora al ritratto di Beethoven e alla piccola statua dei Tori. Vince un premio statale e 5.000 lire per la sua statua del Sorriso Antico.
1937
Modella il suo rilievo Rispetto a Donatello. Nello stesso anno, il governo albanese lancia un concorso internazionale sul loro eroe nazionale, la statua Equestre di Skanderbeg. Imre Tóth vince il concorso. Il suo modello si dimostra essere migliore fra le opere di scultori rinomati (come Ivan Meštrović). Questa è la prima volta in cui usa il nome Amerigo Tot per questo concorso, che diventerà poi il suo nome d’arte.
Si trasferisce in uno studio più grande nel 4° distretto, in Via Margutta 7, conosciuto come il quartiere degli artisti della capitale italiana.
Grazie all'invito del re Zogu I d'Albania, Tot trascorre il Capodanno a Tirana. Gli viene commissionata una targa commemorativa per il matrimonio dello stesso Re Zogu e della sua fidanzata di origini ungheresi Geraldine Apponyi, per l'anno successivo.esküvőjéhez.
1938
Sette anni dopo la sua assenza, visita l'Ungheria. Cerca un posto per realizzare la monumentale statua Equestre di Skanderbeg.
Vince il "Premio per Giovani Artisti", il premio annuale per i giovani artisti italiani. Crea rilievi a tema religioso: Natività, Battesimo, Conversazione con gli Scribi, Ultima Cena, Crocifissione, Cacciata dal Paradiso, Golgota, Resurrezione.
La critica ungherese apprezza il suo lavoro al concorso di scultura Madách a Budapest, lavoro che ha progettato insieme all'architetto László Juhász.
1939
In aprile visita nuovamente l'Ungheria per tre settimane, dove riceve un premio statale per il suo successo al concorso Skanderbeg. Viene a sapere dell'invasione dell'Albania da parte dell'Italia. Il re Zogu fugge con la sua famiglia in Inghilterra. I preparativi della statua di Skanderbeg sono così rimandati.
Crea anche dei ritratti scultorei: Celestina e Il poeta eremita.
1940
Prepara il primo modello della cappella sepolcrale della famiglia Goldoni a Bologna, poi scolpisce, in due anni, nel marmo di Carrara, il rilievo multiforme (272 figure) intitolato: Il Giudizio Universale. Nella composizione pone le figure di Hitler e Mussolini tra coloro che sono stati condannati ad andare all'inferno. I precursori diretti dell'opera sono i rilievi di Educazione mineraria (1938–39), anch'essi con molti personaggi, così come le serie di rilievi che ricordano i cilindri del sigillo mesopotamici.
Sándor Lénárd scrive un articolo su di lui con il titolo Montparnasse di Roma. Negli anni a venire, nasce tra loro una stretta amicizia. In seguito, in quanto medico, Lénárd lo aiuterá più volte a risolvere gravi problemi di salute.
I ritratti del Profeta, Donatella e Sándor Lénárd vengono completati. Modella la prima versione della sua statua La bella Partenopea.
1942
Su richiesta del mercante d'arte romano Alfredo Balsanti, realizza le sculture Donna al bagno e Susanna al bagno. Diventa membro dell'Associazione degli Ungheresi Liberi a Roma con compagni come Gábor Apor, ambasciatore ungherese in Vaticano, Zsolt Aradi, addetto stampa del Vaticano, il dr. Zsolt Kovács e Sándor Lénárd medico.
1943
In maggio espone la sua piccola scultura Judita (anche: Judita e Oloferne) alla IV Quadriennale di Roma.
Viene bloccato nella parte settentrionale del paese occupata dai tedeschi. Decide di attraversare la linea del fronte e si unisce al Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Segue l'addestramento da paracadutista e poi, realizza sette servizi di corriere tra la Commissione e i partigiani come ufficiale di collegamento. Durante la guerra, fa disegni a inchiostro dei partigiani, alcuni dei quali vengono poi stampati in un giornale fiorentino chiamato 11 Agosto.
1944
Viene catturato dai fascisti durante il fallimento di una delle sue missioni, ma il suo convoglio viene colpito da una bomba, così riesce a fuggire invece di essere giustiziato.
Alla fine dell'anno, prima che i russi occupino Budapest, suo padre viene condotto al confine della città per spalare la neve. Con il freddo, va in ipotermia a tal punto da doversi far amputare una gamba. Durante l'operazione contrae una setticemia e muore all'età di 75 anni.
1945
Durante una delle sue missioni, vede Budapest in fiamme dall'alto. Vola sopra e atterra con il paracadute su Hortobágy. Il suo comandante è Alessandro Pertini, che diventerà poi Presidente della Repubblica Italiana alla fine degli anni '70.
Nella sua ultima missione, viene colpito al braccio sinistro da un proiettile mentre salta con il paracadute. Viene operato a Bari all’avambraccio, danneggiato in più punti e per questo è costretto a riposare per circa due mesi.
Al suo ritorno a Roma posa come modello per un ritratto di Harry Sions (The Yank). Fino a quel momento era un artista rinascimentale, ma la guerra lo ha cambiato. Sperimenta composizioni astratte, in particolare legami per creare un dialogo fra il concetto astratto e l’opera materiale.
1946
A maggio incontra Eva Fischer, una pittrice di Daruvár, regione meridionale dell'Ungheria, alla mostra dell'Associazione Artistica Internazionale, che si tiene ogni anno. Vivono insieme per più di dieci anni e diventeranno compagni creativi e nella vita fino alla fine.
Vengono realizzate delle sculture: Il Conte, Professore Birnbaum, Corrispondente straniero, Il pazzo I-II, Visita urbana, Visita rurale I-II, Le voci I-II, Villaggio dell'Ave Maria.
Nel 1946 vince un altro premio italiano di scultura (Premio Saint Vincent).
In questo periodo realizza opere ispirate ai ciottoli e alle forme antiche, la Donna di pietra e la Donna di ciottoli.
Tibor Kardos, appena nominato direttore del Collegium Hungaricum di Roma, invita Amerigo Tot, insieme a Renato Guttuso, a contribuire alla realizzazione di una mostra rappresentativa in Via Giulia, dove ha sede la stessa istituzione.
1947
Realizza un grande rilievo intitolato Ultima Cena sulla parete del refettorio dei monaci che vivono in via Santa Maria Mediatrice.
Realizza le illustrazioni per le poesie Ex Ponto e Orgelbüchlein di Sándor Lénárd.
In questo anno conosce il filosofo György Lukács, che lo invita in Ungheria.
Durante questi anni, in parte per guadagnare di piú, ma principalmente per la sua natura irrequieta e avventurosa, partecipa a corse automobilistiche, accetta piccoli ruoli cinematografici e impara persino la caccia all'arpione.
Le sue sculture The Retired Wrestler e Il Generale vengono completate, e il tratto dominante delle sue opere successive, i motivi a ventaglio, appaiono anche sui suoi schizzi.
1948
Vince il primo Premio Forte dei Marmi.
Presenta la sua opera La donna incinta in marzo, alla V Quadriennale della Galleria Nazionale d'Arte Moderna. L’opera si ispira alle antiche rappresentazioni figurative di donne incinte.
L'americano Evan M. Frankel ordina per la sua tenuta di East Hampton, (Brigadoon) una statua in bronzo de La Bella Partenopea distesa su enormi ciottoli.
Da alcuni anni gestisce una cosiddetta casa aperta: il sabato ospita artisti, politici e filosofi di tutto il mondo, tra gli altri Salvador Dalí, i membri delle Peters Sisters. Anche Igor Stravinsky si presenta nel suo studio.
Il famoso romanziere italiano, Alberto Moravia apre la mostra dello scultore nella Galleria La Margherita in settembre.
1949
Tot rileva la manifattura ceramica di Vincenzo Pinto a Vietri sul Mare in maggio, su consiglio di Giuseppe Ragazzini. Sotto la sua direzione, in pochi anni la fabbrica viene riconosciuta a livello internazionale. I suoi assistenti sono due giovani artisti, Matteo Rispoli e Guido Infante. Viene realizzata la scultura in terracotta invetriata dal titolo Il pescivendolo (altrove: Pesce del diavolo), che viene eretta a Positano sulla passeggiata del lungomare.
Vince il concorso internazionale per il fregio della facciata della stazione Termini di Roma che è considerato uno dei suoi più spettacolari successi artistici e lo rende improvvisamente famoso in tutto il mondo. La composizione della lastra in alluminio anodizzato viene ultimata nel 1953. Diversi strati di metallo sono disposti uno sull'altro. Questo disegno si riflette anche sulle sue ciotole di ceramica e sulle piastrelle da parete.
Fa conoscenza con György Láng durante l'estate a Roma. Il futuro direttore del ristorante newyorkese The Four Seasons aiuta l'artista a organizzare le sue mostre all'estero e a vendere le sue opere negli anni ‘60.
Oscar Kokoschka elogia anche la sua opera ispirata alle ossa preistoriche Bones and Semaphores.
1950
Incontra il fotografo americano Milton Gendel, arrivato a Roma con una borsa di studio Fulbright per documentare l'Italia del dopoguerra.
Sperimenta con inchiostri disegni di forme fossili.
Il Palazzo delle Esposizioni inaugura a maggio una scultura intitolata La pietra del restauro (altrove: La pietra della ricostruzione), che vince la Mostra della Ricostruzione Nazionale degli scultori.
Espone le sue opere in Svizzera, Danimarca e Svezia.
1951
Progetta l'arredamento del ristorante Il cubo nel seminterrato di via Sicilia, 25 a Roma insieme agli architetti Ernesto e Attilio Lapadula.
Realizza decorazioni murali figurative (Pescatori, Raccolta delle arance) che evocano l'antica pittura di vasi neri, alla Fiera di Levante di Bari.
Il governo italiano gli commissiona gli ornamenti astratti che adornano le porte delle aule di giustizia per la nuova sede della FAO (Food and Agriculture Organization) a Roma.
Tre delle sue opere Solstizio, Metamorfosi, Macchina da giardino inutile vengono selezionate dalla giuria professionale per l'apertura della 6a Quadriennale in dicembre.
Tot si sottopone a un'operazione di ernia e calcoli biliari in una clinica privata di Roma, ed è costretto a stare a letto per quattro mesi.
1952
A luglio accoglie nel suo studio il pittore russo Jacques Chapiro, che realizzerà un disegno a carboncino dell'artista.
Espone nel padiglione italiano della 26a Biennale di Venezia. Riceve diverse commesse private. Si preparano le prime versioni della sua serie di sculture intitolata Il ratto d'Europa.
1953
Viene incaricato dal conte Astolfo Ottolenghi di progettare un balcone per la sua villa ad Acqui Terme nel Nord Italia.
Il Fregio di Termini è completato.
1954
Sperimenta il nuovo materiale dell'architettura, il cemento, e forma la sua scultura spaziale Meteora, che poi viene eretta accanto al Palazzetto dello Sport nel 1960. L'edificio è progettato da Pier Luigi Nervi per le 17° Olimpiadi estive tenute a Roma. Viene completato il rilievo del soffitto del Dipartimento di Stato e la statua de La pietra come nodo gordiano. Inaugura una mostra a Bologna.
1955
Prepara per il Ministero dell'Agricoltura la sua opera plastica intitolata Agricoltura d'alta montagna, composta da diversi rilievi, con i quali rievoca l'estremo lavoro manuale svolto dagli agricoltori. Su questi rilievi compaiono boscaioli e ninfe, mietitori e zangolatori, intagliatori di legno rappresentati come santi del bosco, e ancora i raccoglitori di olive.
Prepara il suo rilievo La chirurgia nell'aula dell'Università Aldo Moro di Bari, paragonabile a La lezione di anatomia del dottor Nicolaes Tulp di Rembrandt (1632).
Accoglie nel suo studio il pittore messicano Rufino Tamayo.
A novembre, tre delle sue opere saranno presentate nuovamente alla 7a Quadriennale di Roma.
1956
Tot vince il primo premio alla Mostra dell'agricoltura di Roma con i suoi rilievi creati l'anno precedente. A Bari inaugura il cancello in bronzo il Tavoliere per l'edificio della Cassa di Risparmio delle Puglie. Partecipa alla 28a Biennale di Venezia. (Articoli esposti: L'uomo non è una macchina, La pietra come nodo gordiano)
1958
All'Esposizione Universale di Bruxelles, presenta la grande statua de Il mostro locomotivo eretta davanti al Padiglione dei Trasporti Europei.
1959
Il rilievo in calcestruzzo intitolato Cilindri, Riflettori e Tunnel viene completato nell'edificio della Direzione Generale dell'Automobile Club d'Italia a Roma.
Il rilievo di Muscoli geometrici creato per le Olimpiadi di Roma ha un disegno simile, che Tot stesso smalta e brucia per l'installazione nel Palazzo dello Sport di Roma.
Partecipa all'ottava Quadriennale con quattro statue in cemento: Rilievo I-III, e la Meteora.
1960
Lavora ad una serie di piccole plastiche astratte: Protesta I-XII.
La Meteora viene eretta viene eretta accanto al Palazzetto dello Sport a Roma.
1961
Decorazioni triangolari in poliestere sono previste per il soffitto della nuova Stazione di Napoli in collaborazione con l'architetto Massimo Battaglini, ma per mancanza di fondi, la costruzione artistica alla fine non viene portata a termine.
1962
Partecipa alla 31a Biennale di Venezia con la sua mostra personale. Statue intitolate: Il ruggito e il nazista, La macchina inutile, Sua Maestà, il Kilowatt, la Minotauromasina e L'orecchio della terra.
Espone a Londra.
In questo stesso anno scrive una sceneggiatura per uno spettacolo di danza per il Festival di Spoleto e disegna lui stesso la scenografia.
1963
Denis Chevalier lo invita a Parigi per la mostra Actualité de la Sculpture, alla Galerie Creuse, organizzata dalla rivista Art d'Aujourd'hui. Espone con artisti come Henry Moore, César, André Bloc, Alicia Penalba. Viene invitato a Belgrado con Henry Moore e Ossip Zidkine, dove creano una scultura per il Museo d'Arte Moderna.
Gli vengono commissionati rilievi in compensato (Biologia I-III) e dipinti murali in legno (Petrified Forest I-III) per il nuovo complesso edilizio del Dipartimento di Chimica Farmaceutica dell'Università La Sapienza di Roma.
1964
Lavora per tutto l'anno alle ringhiere a ventaglio e ai rivestimenti anodizzati delle pareti della nave da crociera oceanica di lusso Raffaello.
(La nave fu colpita da un missile nel 1983 e affondò nel Golfo di Bûshehr in Iran).
Si stima che La Shellfish I-II e altre figure siano state completate in questo stesso anno.
1965
Si trasferisce in un nuovo studio a pochi isolati dal precedente, in via Margutta 17.
Crea illustrazioni per le poesie erotiche di Pietro Aretino, il poeta rinascimentale italiano.
Disegna un rilievo in calcestruzzo a due fori per la facciata del Palazzo di Giustizia dell'Aquila.
Incontra la studentessa americana di arti liberali, Doreen Kay. La loro relazione inizia con difficoltà, poi proseguirà con una proposta di matrimonio negli Stati Uniti, e finirà tragicamente quando Doreen si ammala improvvisamente in crociera durante il loro viaggio di ritorno a Roma. Viene ricoverata in ospedale colpita da epatite virale. Sul suo letto di morte, si scopre che ha iniziato segretamente a imparare l'ungherese e aspetta un bambino, che non vedrà mai la luce, perché Doreen si spegne alla fine di agosto.
Riposa nel Cimitero Accatolico di Roma. La sua lapide è scolpita dallo scultore.
1966
Tot vince il concorso per il Kennedy Memorial a Roma. La sua mostra personale si apre a New York. Molte delle sue opere fanno parte di collezioni private in America.
Realizza due cumuli di cemento per l'edificio della Banca Monte dei Paschi di Siena a Bari.
Parte per un viaggio di studio in Giappone e in India.
1967
Gli viene commissionato di progettare una statua davanti ai Conservatori del Lincoln Center di New York per Béla Bartók, il grande musicista ungherese del XX secolo. Nasce così il bozzetto del monumento Microcosmo nel macrocosmo. La versione pubblica della statua sarà finalmente eretta a Kecskemét, in Ungheria, nel 1984.
1968
Torna in Ungheria per una breve visita in aprile, dopo essere stato lontano per circa trent'anni. Tornato in Italia, accetta ruoli cinematografici. Interpreta un barone tedesco in Scusi, facciamo l'amore? (Scusi, facciamo l'amore?), il film è diretto da Vittorio Caprioli. E gli viene assegnato il ruolo di Lica, il costruttore navale in Satyricon di Gian Luigi Poliodoro. Il film sarà vietato in Italia nel marzo dell'anno successivo, prima del suo debutto.
1969
Zoltán Huszárik regista e János Tóth cameraman girano un ritratto unico dello scultore.
In questo anno realizza delle sculture: Hommage á Karinthy Olivecrona, Crusaders, e il Cosmo, i Voli Gemelli.
Viene eletto professore onorario dell'Accademia delle Arti Applicate di Budapest.
La mostra completa del suo lavoro si apre alla Galleria d'Arte di Budapest il 24 marzo. Il curatore fu Makris Agamemnon, uno scultore ungherese di origine greca, e la mostra fu aperta da un altro scultore József Somogyi. Venne visitata da centinaia di migliaia di persone solo nel primo mese, fatto mai successo prima d’ora. Durante la mostra incontra Joseph M. Katz, proprietario di una fabbrica e collezionista d'arte di Pittsburg, che compra quattro delle sue sculture.
Le opere esposte nella Kunsthalle (Műcsarnok) vengono presentate anche nella sala espositiva e nei giardini dell'Abbazia benedettina di Tihany dal 22 giugno. Questa mostra attira più di 100.000 visitatori durante l'estate.
Il cardinale Lékai consacra la statua della Madonna di Csurgó, nella chiesa cattolica del villaggio natale dello scultore, Fehérvárcsurgó, per il 60° compleanno di Tot.
Alla fine dell'anno, il 4 ottobre, la mostra si sposta a Debrecen, nel cortile ornato dell'Università Kossuth Lajos.
1970
La serie di mostre ungheresi si conclude a Szeged in gennaio. La sua scultura L'orecchio della terra viene esposta nella collezione del Museo di Belle Arti di Budapest, e L'occhio della terra viene esposto a Debrecen. Sua Maestà il Kilowatt viene esposto davanti all'Abbazia di Tihany, sul lago Balaton.
In aprile apre una mostra in una galleria di Madison Avenue a New York, dove espone ventiquattro nuove sculture. A Filadelfia, progetta la sua nuova creazione davanti a un grattacielo, una statua alta 18 metri che mostra un'aquila sullo stemma degli Stati Uniti rappresentandola con forme dinamiche. A Filadelfia, incontra il pittore realista Andrew Wyeth. Le sue sculture sono collocate in diverse collezioni private.
Lavora tutta l'estate a un memoriale dei fratelli Bandiera.
Interpreta il ruolo di Don Antonino Stella ne La moglie più bella di Damiano Damiani.
Realizza un rilievo in cemento armato intitolato Maschere sulla facciata del nuovo edificio teatrale di Brindisi, il Nuovo Teatro Verdi.
1971
In gennaio, viene invitato a Bari per diventare professore all'Accademia di belle arti di Bari. Vi insegna per dieci anni. L'edizione italiana dell'Anatomia dell'arte di Jenő Barcsay sarà completata con la sua assistenza e su sua proposta e diventerà materia di studio obbligatoria all'Accademia.
All'inizio degli anni '70, Paolo VI, il Papa gli dà importanti incarichi.
Viene invitato a realizzare la targa d'oro di Avery Brundage (presidente uscente del Comitato Olimpico Internazionale).
Vengono preparate le prime varianti dell'Apoteosi del Seme. Il motivo del seme compare anche nel disegno presentato per la gara d'appalto per l'ultimo ornamento della porta della Cattedrale di San Pietro.
1972
Un monumento che commemora i fratelli Banderia, viene esposto a Cosenza, su una scogliera del Vallone di Rovito, il cui progetto aveva già vinto una gara d'appalto un decennio prima.
(I fratelli Banderia hanno combattuto per l'unità d'Italia. Ecco perché Tot ha evocato la forma della catena spezzata nella statua).
Appare anche come partigiano accanto a Michael Caine in Pulp.
1973
Apre una sua mostra a Palermo, in Sicilia.
1974
A Bari, in via delle Costituente, viene eretta una statua de La Chiglia Pugliese.
Assume il ruolo di guardia del corpo di Michael Corleone (Al Pacino) nella seconda parte della famosa trilogia de Il Padrino. Su richiesta di Francis Ford Coppola, appare in alcuni episodi del film, che vengono girati nella Repubblica Dominicana.
Nello stesso anno, prepara il ritratto di Papa Paolo VI e il calice che il Papa utilizza poi in una messa celebrata all'apertura dell'Anno Santo. Il Martello e la Cazzuola - usati per rompere e murare la Porta Sacra.
Progetta una fontana per un ospedale di Filadelfia.
1976
Realizza un memoriale della II Guerra Mondiale, trasformando un bunker militare tedesco nella città costiera di Anzio, vicino alle rovine della villa di Nerone a cui viene dato il titolo Il guerriero come guardiano della pace (altrove: Guerriero della pace).
Riceve un incarico privato dallo Scià di Persia, Reza Pahlavi, per preparare la tomba di suo cognato, il generale Khatami, morto in un incidente aereo. Il suo allievo Pantaleo Avellis lo assiste nella realizzazione.
1978
Si apre la sua mostra permanente a Pécs. Prepara la sua serie di sculture intitolata Sedie per la Biennale della Piccola Scultura di Pécs.
Viene eletto membro, onorato con una medaglia d'oro, dall'Accademia Italiana delle Scienze.
1979
Gli viene conferita la corona d'alloro dell'Ordine della Bandiera della Repubblica Popolare d'Ungheria.
1980
Realizza l'Ellisse storica per la Cappella della Signora degli Ungheresi, che si trova nella sottochiesa della Cattedrale di San Pietro a Roma.
Inizia la costruzione del gigantesco rilievo in bronzo de L'apoteosi del seme nell'edificio della Petőfi Hall a Budapest per l'Università di Agricoltura di Gödöllő.
1981
Tot crea pannelli di ceramica con le sue caratteristiche figure sedute sulla spiaggia e danzanti, a Pécs, nella fabbrica Zsolnay.
1982
La sua ultima mostra ungherese si apre al Vigadó di Budapest il 18 marzo.
1983
Inaugurazione del Seme a Gödöllő. Ferenc Juhász, il famoso poeta ungherese partecipa alla cerimonia e recita in pubblico una poesia scritta per Amerigo.
1984
La statua del Microcosmo nel Macrocosmo in memoria di Béla Bartók viene inaugurata a Kecskemét il 20 giugno.
Tot viene portato al Policlinico Gemelli di Roma, dove viene curato anche Papa Giovanni Paolo II.
Muore a Roma il 13 dicembre. Viene sepolto nel cimitero di Farkasréti a Budapest. (La sua tomba è stata realizzata da Miklós Melocco, eretta nel 1989. Riposa al numero 1-1-585/586.)