La bevanda di Tot
(L’Europeo, Milano, 15 March, 1949, p. 186.)
LO scultore ungherese Amerigo Tot ha ricevuto una visita della polizia nel suo studio dl via Margutta a Roma. Erano agenti del commissariato di Via San Vitale e volevano approfondire la faccenda della bevanda ungherese che Tot ha l'abitudine di offrire ai suoi ospiti. Avevano letto su un giornale che si trattava di una bevanda afrodisiaca, probabilmente una di quelle droghe composte con stupefacenti e somministrate in case private e salotti clandestini. Pare che il vizio delle droghe e delle polverine sia sempre diffuso, tant'è vero che una recente circolare di Scelba dà nuovi ordini alla polizia perché intervenga con estrema rapidità ed energia dovunque vi siano motivi per sospettare. Non appena gli agenti e un brigadiere entrarono nello studio dello scultore ungherese, i loro sospetti si rafforzarono alla vista di disegni e di sculture che rappresentavano donne e uomini allo stato naturale, senza il minimo indumento. Domandarono allora allo scultore in che cosa consistessero i suoi ricevimenti del sabato. « Passiamo il tempo. Qui vengono i miei amici, uomini e donne. Si parla di arte, di libri e di viaggi. Se qualcuno ne ha voglia, accende la radio e si inette a ballare. Qualche sabato i pittori Casotti e Mosca suonano la chitarra. E cosi si fa sera ». « E la bevanda afrodisiaca? ». « La distribuisce la pittrice Eva Fischer passando fra le persone accosciate per terra, o sedute su questi sgabelli bassi. A ognuno dà una ciotola con dentro la mia bevanda ungherese ». Il brigadiere domandò: « Laudano? Oppio? Cocaina morfina, eroina? ». « No. Io prendo del buon vino a quindici gradi, lo lascio bollire lentamente e ogni tanto getto dentro chiodi di garofano e zucchero. Se permettete, potrei farvelo assaggiare ». Gli agenti bevvero una prima e poi una seconda ciotola, ammirarono i quadri e le sculture trovate cosi sospette al loro arrivo. AI momento di andar via, il brigadiere chiese allo scultore ungherese il permesso di accompagnare la moglie e le figlie nello studio, in uno dei prassimi sabati. Concluse: « Deve essere molto interessante qui ».