Ricordo di Doreen

(MICHELE CALABRESE, Il Poliedro, anno II, No 8-9, Roma, 01 September, 1965, p. 37.)

— by MICHELE CALABRESE

Un male crudele reso piú irrimediabile dalla fatalitá ha stroncato nella giovinezza degli anni e delle aspirazioni Doreen Kay. Lo conoscevamo da alcuni mesi, forse qualche anno. Ma era un po' come se la nostra amicizia avesse la patina dei secoli. Tanto essa era ovvia, naturale, fatta di piccole cose da nulla: le stesse che rendono sublimi le amicizie e sopportabile la vita. Buona, generosa, intelligente, colta, smaniosa di nuove conoscenze, avida di sapere. Umile, soprattutto, coi suoi simili. Prossimi o lontani e interamente votato al suo uomo che non ha piú lacrime per piangerne la perdita. Immatura e crudele per it modo stesso con cui si é verificata. Amava l'Italia Doreen, e Roma in particolare. Non sapeva staccarsene. Piú volte, celiando — ma poteva anche essere un presagio della fine imminente — con gli amid aveva manifestato it desiderio d'essere sepolto un giorno (oh quanto credevamo iontano quel giorno, cara Doreen!) sotto queste zolle intrise di fascino e di secolare poesia. Povera, cara, indimen-ticabile Doreen! Il tuo corpo giovine, la tua intelligenza fatta di guizzi e intuizioni goniali riposano in un angolo del Cimitero degli Inglesi, foori Porta San Paolo. La, Doreen, in un giorno di pioggia e tristezza infinite noi, gli amici, abbiamo assecondato i tuoi genitori e it tuo uomo a compiere la dolorosa funzione. Terra di Roma e fiori profumati gettammo sulla tua bara, Doreen, perché leggera ti fosse la terra nella crudele cuna. Il nostro amore, it nostro ricordo, la nostra fraterna amicizia — quelle amicizie che si sublimano oltre i confini del tempo e dello spazio — ti saranno sempre da presso: per ripeterti le stesse frasi affettuose che da viva tutti, in gara di solidale fraternitá, ti sussurravamo quando tu eri magari un po' triste. Ti abbiamo perduta, Doreen, ma it tuo ricordo vive e vivrd sempre in noi. Sorridente e gioioso come un sogno mattutino. Come la tua stessa bellezza, Doreen, che noi non faremo mai sfiorire.